C’è link building errata (e molto diffusa) convinzione che il guadagno principale di share e contatti dei propri link avvenga tramite i social media.
BuzzSumo ha analizzato la correlazione tra azioni dei social media su un campione di 1 milione di articoli estrapolati dal proprio database, per poi calcolare la relazione tra le singole pagine e i link in entrata.
La correlazione tra i link e le condivisioni via social
La stragrande maggioranza delle pagine analizzate, ben più del 75%, riceve zero link in entrata, nessuna azione o condivisione via social. Il rovescio della medaglia è quanto invece avviene sui social: solo pochi(ssimi) articoli hanno un elevato numero di interazioni tra gli utenti.
Non far parte del 10% dei link, cioè di quelli con un elevato numero di interazioni via social fa capire che non c’è intenzione (o non ci sono le capacità) da parte dell’autore di ottenere link o di aumentare il proprio traffico.
Le correlazioni tra i link e le condivisioni via social sono pressoché nulle.
Il rapporto con Google+ è di 0,0058, con Facebook di 0,0221 e infine Twitter, che risulta avere il rapporto più alto, si ferma a 0,0281.
Numeri che in termini di conversione significano poco o nulla e attestano una bassa utilità dei social per il processo di link building.
L’eccezione che conferma la regola
Esistono dei tipi di content la cui forte correlazione con share e altre azioni social consente di posizionarsi nel 10% in controtendenza. L’85% di questi contenuti (escludendo ovviamente i quiz e i video) non supera le 1000 parole, mentre i contenuti con più di 1000 parole hanno più interazioni sui social.
Il formato del content, nella fattispecie, si comporta da ago della bilancia e può fare la differenza: è il caso delle pagine di opinione e dei maggiori network di informazione come testate giornalistiche ed emittenti tv, costantemente consultati e aggiornati numerose volte nell’arco delle sole 24 ore.
Leggi davvero quello che condividi?
Fare link building è un’operazione importante ma soprattutto un potenziale mezzo di crescita determinante per il ranking di una pagina, per questo bisognerebbe tenere vivo il focus del proprio link alimentandolo con contenuti coerenti.
Google affermò alcuni anni fa che non intendeva fare delle condivisioni via social un fattore determinante di ranking, affermazione che farebbe storcere il muso agli ultimi arrivati in campo SEO. Sono davvero pochi i gli articoli social che hanno un alto tempo di lettura, persino quelli che hanno un elevato numero di condivisione riscontrano tempi ridotti di lettura.
I social network sono terreno fertile per le condivisioni su web, ma, per rientrare nel famoso 10% di sharing di cui si è parlato all’inizio, i contenuti devono essere immediatamente leggibili e al contempo indurre ad un numero altissimo di interazioni social, paradossalmente senza nemmeno visionarne il contenuto!
Poco social, molto Google
Da quest’ultima osservazione si nota di come Google dia priorità ai contenuti più che alle azioni social che può scaturire, in quanto queste ultime, come già visto, non sempre portano a risultati determinanti per il ranking.
Ciò ovviamente non è una regola valida al 100%, ma che optare per una strategia di link building in controtendenza può non generare i risultati sperati, specie se la il vostro fine è la conversione.